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Lorenzo Bandini, vincitore insieme a Scarfiotti della 24 Ore di Le Mans 1963, nacque a Barce in Libia nel 1935. Qui soggiornò fino al 1941, quando con la famiglia ritornò in Italia per stabilirsi a Reggiolo {Reggio Emilia}. A sedici anni si trasferì a Milano dove trovò lavoro presso l'officina di Goliardo Freddi, grazie al quale imparo i trucchi del mestiere ed entrò nel mondo delle corse. |
1962. Lorenzo Bandini, qui insieme a Giancarlo Baghetti nella 46^ Targa Florio conclusasi con il secondo posto nell'assoluto... | |
... eccolo in azione. | |
49^ TARGA FLORIO 9 maggio 1965 FERRARI 275 P2 3,3 (#198) - NINO VACCARELLA GIRO VELOCE / LORENZO BANDINI | |
49^ TARGA FLORIO 9 maggio 1965 | |
49^ TARGA FLORIO 9 maggio 1965 | |
49^ TARGA FLORIO 9 maggio 1965 | |
Cimitero di Lambrate (Milano). |
Bandini, l'italiano più amato. Il 10 maggio 1967 moriva Bandini, uno dei piloti italiani più amati in assoluto dalla gente, come testimoniarono gli imponenti funerali svoltisi a Milano. Riuscito a coronare il sogno di correre per la Ferrari, Lorenzo brillò subito nel mondiale marche, svettando però solo una volta in F.1. Il '67 doveva essere il suo anno, quello buono per il titolo iridato, ma all'81° giro del GP di Montecarlo la fortuna gli voltò nuovamente le spalle. In modo definitivo. Esattamente il 10 maggio, quando Lorenzo Bandini cessò di vivere nel nosocomio di Montecarlo, dov'era ricoverato dallo schianto avvenuto tre giorni prima alla chicane del porto di Montecarlo. Aveva 31 anni. La sua carriera era stata una scalata lenta, meticolosa, faticosa, con i vari gradini saliti con enormi sacrifici, fino alla vetta della F.1, fino all'Olimpo della Ferrari, fino alla gloria della prima vittoria iridata. E, passo dopo passo, era giunta l'ora di puntare al titolo iridato, se non fosse stato per una curva del destino, una maledetta chicane: innaturale, artificiosa come tutte le chicane, e mortale per Bandini. Fino a quel momento, al contrario delle tante soddisfazioni ricevute dalle gare Sport, in F.1, la sorte gli era stata favorevole solo in una occasione, nel Gran Premio d'Austria del '64, anche se erano stati tanti gli episodi che lo avevano visto protagonista. Il più clamoroso, che inquadra anche l'uomo Bandini, è forse quello riguardante il Gran Premio del Messico del '64, in occasione dell'ultimo appuntamento iridato, dove il pilota italiano aveva determinato la conquista del titolo del suo capitano John Surtees, in lizza con Graham Hill e Jim Clark, tamponando l'inglese e, dopo il ritiro dello scozzese, facendosi superare dal suo capitano, che aveva così conquistato l'iride. Un'iride cui Lorenzo crede fermamente nel '67. A Montecarlo, è determinato a vincere. Può farcela. Al via, scatta subito in testa non accorgendosi che alle sue spalle Brabham inonda la pista di olio per la rottura del motore: lo vedono tutti tranne lui, che è appunto davanti, e che su quell'olio finirà nel giro successivo perdendo la leadership. Bandini riprende con più rabbia e compie sorpassi su sorpassi. È 2° quando mancano 19 giri alla fine: esce dal tunnel, imbocca la chicane, ma invece di uscirne, sbatte violentemente contro una balla di paglia: la macchina si capovolge, prende fuoco, imprigionando il pilota in una gabbia rovente. La monoposto del ferrarista verrà trovata in 5° marcia quando invece avrebbe dovuto essere in 3°: la tesi più accreditata sarà quindi quella della stanchezza del milanese, che aveva dato il massimo e forse anche di più. La reazione di sua moglie Margherita fu di un dolore composto, forse per rispettare la volontà di Lorenzo, che tante volte aveva ammonito: «In caso di incidenti, non fate drammi». |