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Conglomerato industriale giapponese le cui attività spaziano dall’estrazione dell’olio alle operazioni finanziarie, passando dalle macchine fotografiche (la Nikon è sua) per arrivare alle automobili. Ha avuto un’importanza fondamentale nel panorama motoristico nipponico perché è stata la prima azienda a intraprendere lì la costruzione in grande serie delle autovetture. Ciò avviene nel 1917, anno in cui l’allora Mitsubishi Shipbuilding and Engineering Company presenta una quattro cilindri vagamente ispirata alla Fiat «Zero»: la «A», questo il suo nome, ha un motore da 1,8 litri (19 CV) e viene prodotta in pochi esemplari fino al 1921. A quel punto la Casa decide di dedicarsi esclusivamente ai veicoli industriali, attività che prosegue, con l’evidente interruzione della guerra, fino al 1959. Il Giappone sta crescendo, dopo le distruzioni del conflitto, e sta partendo, come del resto in Italia, il processo di motorizzazione di massa. La gente ha bisogno di auto piccole ed economiche e la Mitsubishi risponde a tale richiesta con la «500» (nome in voga in quegli anni, evidentemente): il motore mezzo litro è un bicilindrico a quattro tempi montato posteriormente, con soli 20 CV, ma la macchina ospita quattro persone ed è pure carina. Ha un discreto successo fino al 1962, quando il suo posto è preso dalla «Minica»: come dice il nome, l’auto è quanto di più economico si possa desiderare, con un motore di appena 359 cm³ (derivato da quello della «360» del 1961). Nello stesso anno arriva la «Colt 600», nome destinato a rimanere nella storia Mitsubishi, il cui motore viene progressivamente aumentato di cilindrata; nel 1965 è la volta della «Colt 800», dotata di un’interessante carrozzeria fastback. L’anno prima la Casa tenta l’ingresso nella categoria delle berline di cilindrata media con la «Debonair», dotata di un motore due litri da 105 CV. Nel 1969 appare per la prima volta il nome «Galant», su una quattro cilindri 1300 offerta in una vasta gamma di carrozzerie. L’attività automobilistica della Mitsubishi ha ormai assunto proporzioni tali da consigliare una virata societaria: la marca smette di essere una semplice divisione del gruppo per divenire una realtà a sé stante (Mitsubishi Motor Corporation, 1970). Nel 1973 arriva la «Lancer», che avrà anche un buona carriera rallistica, mentre si susseguono i nuovi modelli delle «solite» «Galant» e «Colt», che nel 1978 viene aggiornata con la «Mirage»(sui mercati esteri manterrà il nome «Colt»). La macchina è funzionale alle mire espansionistiche della Mitsubishi, che nel 1982 presenta la propria prima vera world car: è la «Pajero», fuoristrada moderna che subito si crea un’ottima immagine di qualità e robustezza. Sempre nell’ottica internazionale, è del 1988 la scelta di aprire nell’Illinois (USA) uno stabilimento in collaborazione con la Chrysler, vedi, (la nuova società si chiama Diamond Star). La strategia trova adeguato seguito nella decisione di aprire uno sbocco industriale anche in Europa, inaugurando una fabbrica in Olanda: anche in questo caso, si decide di allearsi con un’altra marca, ovvero la Volvo (la nuova società è battezzata NedCar): dalle linee di montaggio uscirà nel 1995 la «Carisma». La Casa ha forti ambizioni: ciò è sottolineato anche dall’arrivo (1990) della supercar «3000 GT», un vero e proprio condensato di tecnologia (motore sei cilindri tre litri biturbo, 280 CV, quattro ruote sterzanti). Il 1991 è l’anno della seconda serie della «Pajero» («Montero» su alcuni mercati), di cui nel 1994 arriva nel solo Giappone una curiosa versione mini con motore 660, della monovolume media «Space Runner» e dell’ennesima nuova versione della «Colt». Nel 1996, un anno prima di essere completamente rivista, la «Pajero» viene affiancata dalla «Sport». Interessante, la collaborazione con Pininfarina, che porta nel 1996 al lancio della «Pinin», ispirata come concetto alla «Junior» del 1994: l’auto viene prodotta negli stabilimenti del carrozziere torinese e ha un buon successo sul mercato europeo. Nel 1999, terza generazione della «Pajero». Il 18 ottobre del 2002 Mitsubishi e DaimlerChrysler siglano un accordo di cooperazione, volto sia alle sinergie industriale sia allo scambio di know-how tecnico, nei settori automobilistici e dei veicoli industriali. |
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