| I quattro Ceirano, Giovanni Battista, Giovanni, Matteo ed Ernesto, hanno avuto un ruolo di primo piano, come tecnici e costruttori, nella fondazione dell'industria automobilistica torinese. Agirono sia in comune sia isolatamente e la loro molteplice attività si sviluppo attraverso le vicende, spesso complesse, di diverse aziende. Giovanni Battista si trasferì a Torino nel 1866, aprendo un'officina per la costruzione di biciclette. Dopo dodici anni di proficua attività, fondò, nell'ottobre del 1898, la Società in accomandita Ceirano & C. L'anno successivo viene presentata una vetturetta a 2 posti con propulsore bicilindrico di 663 cm³. Dato che le ordinazioni ricevute superavano la potenzialità dell'accomandita, Giovanni Battista decise di cedere i suoi impianti, le attività e i brevetti alla appena sorta Fabbrica Italiana Automobili Torino (poi diventata FIAT), che assorbiva pure il personale dell'azienda. Lo stesso Ceirano passo alla FIAT come agente generale di vendita. Nel 1901 si rimise però in proprio, costituendo la F.lli Ceirano, in società con il fratello Matteo. La nuova azienda presentò, tra il 1901 e il 1903, tre modelli: il 5 HP e i1 6-8 HP, equipaggiati con motori monocilindrici, e il 16 HP con propulsore a 4 cilindri biblocco di 4562 cm³. Nel 1903 Matteo Ceirano, lasciato il fratello, costituì la Matteo Ceirano & C. La F.lli Ceirano fu posta allora in liquidazione, ma, nell'ottobre dello stesso anno, Giovanni Battista, in società con l'altro fratello Giovanni, fondo la G.G. F.lli Ceirano. Giovanni, tuttavia, abbandonò ben presto la società e, mentre Giovanni Battista trasformava la ragione sociale dell'azienda in Ceirano & C., fondò a sua volta la Ceirano Giovanni Junior & C. Scopo generale di questa nuova fabbrica doveva essere quello di offrire un tipo di vettura economica e di regolare funzionamento. Uscirono così il monocilindrico 9 1/2 HP, il bicilindrico 12/14 HP e il 4 cilindri 16/20 HP. Giovanni Ceirano non doveva fermarsi molto nemmeno alla Junior. All'inizio del 1905 lasciò infatti la società per fondare nel 1906 la Scat, dove rimase fino al 1918. L'anno successivo tuttavia, con il ritorno alla produzione di pace e in seguito a una soddisfacente sistemazione dei suoi affari privati, decise di riprendere un ruolo attivo di imprenditore, costituendo insieme al figlio Giovanni (noto anche con il soprannome di Ernesto) una nuova impresa sotto la ragione sociale Giovanni Ceirano Fabbrica Automobili. Lo stabilimento era situato su un terreno che confinava con quello della Scat che aveva visto con disappunto il sorgere di questa nuova iniziativa da parte del suo ex-fondatore. Accoglienze ben differenti si erano invece avute nel pubblico, che aveva considerato con favore il ritorno del nome Ceirano, tanto più che la Scat stava attraversando un periodo di assestamento e non era stata in grado di presentare vetture che si differenziassero granché dai modelli prebellici. Nello stesso 1919 la Ceirano mise in produzione il suo primo modello, la C1, un motore a 4 cilindri di 2297 cm³. A questa versione da turismo si affiancarono successivamente quelle Sport e Corsa, chiamate rispettivamente CS4 (2483 cm³) e CS2 (2950 cm³). Nel 1921 e 1922, sotto I'impulso di Ernesto, e intrapresa una consistente attività sportiva. Affermazioni di rilievo sono conseguite alla Frascati-Rocca di Papa e al circuito del Mugello 1921, nella corsa di velocità della Settimana Automobilistica Sarda (1°, 2° e 3° posto) e alla Coppa delle Alpi 1922 (1° posto). Sempre nel 1922 viene presentata la Tipo 30 Lusso a 6 cilindri di 2995 cm³. Con questo modello termina la produzione della Ceirano Fabbrica Automobili, poiché stavano per maturare importanti avvenimenti. Nel 1923, acquisita la maggioranza del pacchetto azionario SCAT, Giovanni Ceirano diede infatti l'avvio a una complessa operazione finanziaria; nella prima fase vi fu la fusione tra la Ceirano e la SCAT, dopodiché, nel dicembre 1924, la Ceirano venne liquidata e il suo marchio di fabbrica abbinato a quello della SCAT. |