Sullo schermo di un computer scorrono i tempi e le immagini delle gare di Formula 1, lui manovra la leva del cambio e si cimenta ad abbassare i tempi sul giro, anche se in condizioni virtuali. Indomito, malgrado l'età, si lancia ancora sulle strade in sella alle moto e si confronta con i giovani centauri. Vincenzo ARENA, Enzo per gli amici, è nato a Catania il 15 marzo 1931, ha trascorso alcuni anni dell'infanzia ad Asmara dove il giocattolo importante è stata l'Alfa Romeo 1750 del padre, sulla quale trascorreva molte ore della sua giornata e della quale ricorda ancora il sibilo ed il caratteristico odore del motore caldo. Nella sua stanza preferita il medagliere è colmo di bronzi e di onorificenze che, con i trofei, le targhe e le coppe, affollano ogni angolo: tutto è intonso, con la patina di gloria accumulata nel tempo trascorso. Disseminati sulle mensole ed attaccati ai muri fanno mostra gli stemmi, i manifesti, le foto che rievocano il fascino di un passato sportivo glorioso e ricordano le 7 significative presenze in Targa Florio (1960-1966), le 5 all'Avus di Berlino, le innumerevoli al Nürburgring, a Monza, al Mugello, a Pergusa, alle cronoscalate di tutta Italia, alle trasferte francesi ed austriache. La stampa ed i colleghi lo definiscono ancora come il più estroso pilota siciliano, certamente fra i migliori d'Italia. Conversare con Enzo Arena rigenera lo spirito, fa instaurare un rapporto di grande umanità ed avvertire i valori di tutto il suo essere diverso dalle persone comuni. La sua modestia è spesso disarmante, mentre ti accoglie col sorriso negli occhi, quando si rievocano momenti salienti dei traguardi raggiunti nelle grandi competizioni europee come in quelle regionali. Non perde la signorilità del tratto pur mantenendo un rapporto di affabilità quasi affettuosa. Egli ha conosciuto poche volte i piazzamenti d'onore e raramente ha navigato nelle retrovie perché ha sempre conseguito la vittoria alternandola, semmai, ai ritiri clamorosi. I suoi ricordi sono tutti costellati di lampi di memoria, di accavallamenti di date, subito precisate dai riporti di stampa, che rendono vivo ogni riferimento alle molte gare vissute con forte intensità, come le presenze ufficiali nelle Squadre Abarth, Ford e Porsche. Racconta, con grande lucidità, i trascorsi del suo debutto come pilota ufficiale della Ford nel 1964 in Targa Florio, con Vito Coco sulla poderosa Cobra, americana di 4,7 litri, in compagnia dei piloti della squadra di Carol Shelby. Figurano alla partenza Phil Hill, Willy Mairesse, Dan Gurney, Masten Gregory, Innes Ireland, Grani, Bondurant, Whitemore ed altri nomi famosi. I motori sono accreditati di oltre 450 HP, qui appena esprimibili sui 10 Km del rettilineo di Buonfornello e frenati nel resto dei 72 km del tormentato circuito che li selezionerà, giro dopo giro, decretandone i ritiri. Arena resiste fino al 7°, precedendo nei tempi Hill che si ritirerà all'ottavo e la coppia Gurney - Grant che completerà i 10 giri di gara, classificandosi 8°, alle spalle del 1° assoluto Pucci - Davis su Porsche e di tutti gli altri. Il mago Shelby resta impressionato dalla resistenza e dalle capacità di tenere la testa del giovane siciliano, al quale era stata assegnata la Cobra meno curata, tormentata da scuotimenti di shimmy sul volante tali da procurargli vere ferite alle mani. Una sola delle poderose Ford Cobra completa quindi i 720 km della gara, ma Arena conquista comunque l'ingaggio ufficiale nella Ford corse, contratto che fra l'altro giunge come vero ristoro anche per il risanamento finanziario, dopo certi cali di introiti del pilota gentiluomo che era stato fino a quel momento Enzo Arena. Qualche mese più tardi la Cobra lo trascina in un serio incidente alla 1000 km del Nürburgring dal quale viene fuori in stato di coma prolungato. La ripresa sarà lenta ma, nel 1965, Enzo è ancora in pista sulla Ford Cortina Lotus, partecipando a sette gare ufficiali con sette vittorie fra le quali il Circuito di Pergusa e la classicissima Bologna - Raticosa. La Casa gli tributa grandi onori per queste affermazioni, assai utili all'immagine, in epoca dominata dalle Alfa Romeo Giulia T.I. super, dette quadrifoglio. Nella 5° iscrizione alla Targa Florio si presenta in coppia con Sirugo su un'Alfa Romeo TZ. 1, piuttosto provata, ed è comunque 2° di classe. Il recupero fisico, dopo il pauroso incidente della Germania, è quindi completo. Nel 1966, sollecitato a fare coppia con Antonio Pucci, il Barone che morde la strada, Arena entra nella squadra Porsche e consegue un terzo posto assoluto, sulla 906 Carrera, dietro i compagni Mairesse - Muller su Porsche e gli avversar! Baghetti - GUICHET su Ferrari 3000. Non trascura di raccogliere allori nelle cronoscalate di suo gradimento come la Corsa dell'Etna, la Bologna - Raticosa, la Corsa del Monte Pellegrino. Nel 1967, alla guida di un'Alfa Romeo GTA, è 1 ° di classe e 2° assoluto sul traguardo dell'Etna, a soli 4 secondi dal vincitore Spartaco Dini su prototipo. È l'anno del ritiro ufficiale dalle corse, le vetture sofisticate ed i circuiti "pilotati" non sollecitano più la sua fantasia né il suo amore per l'arte della guida spontanea, improvvisata minuto per minuto. Intanto incalzano anche gli impegni di lavoro, che col maturare degli anni, assumono carattere preminente e non lasciano molto spazio alle attività ricreative. La sua carriera sportiva era iniziata nel 1954 quando, all'età di 22 anni, si era presentato al via della Corsa dell'Etna sulla Fiat 1100/103, categoria turismo di serie fino a 1150 cc, che suo padre impiegava come vettura a disposizione della propria impresa edile. L'intrepido Enzo, scatenato e felice per l'esordio, giunge al traguardo primo della categoria, stravolgendo i pronostici. La sua voglia di presentarsi alle corse cresce di giorno in giorno; per tre anni, fino al 1957, non può fare altro che gareggiare con vari pseudonimi per sfuggire al controllo dei genitori e, persino al volante di una Fiat 600 di serie, ottiene ottimi piazzamenti, in quasi tutte le gare in salita della Sicilia e della Calabria. Nel 1958 possiede finalmente una Fiat Abarth 750 GT Zagato che gli consentirà vittorie di classe a Siracusa, a Palermo, Messina, in Calabria ed un terzo posto al Giro di Sicilia sperimentale, svoltosi con la formula della regolarità, dopo l'accaduto della Mille Miglia, sempre sullo storico percorso, ma costellato di una serie di prove speciali di velocità, che hanno determinato le classifiche. Nel 1959 la cilindrata delle piccole Abarth si adegua al regolamento CSAI e scende a 700 cc., ma il motore è già bialbero. Arena ne acquista una di colore bianco, strano per una vettura da corsa italiana, ma di buon auspicio per molte gare. Alle 12 ore di Monza giunge 2° assoluto con Livio Guarnieri, dietro i vincitori Zagato - Poltronieri, attardato da un rientro obbligatorio al box per la sostituzione di una lampadina del fanalino posteriore di segnalazione di frenata (sic.). Torna a vincere alla Trapani - Erice, alla Coppa Nissena, alla Siracusa - Avola ed a Cosenza. Chiude male l'annata con un incidente sulla Catania - Etna. Siamo al 1960 e viene la rivincita sull'Etna, seguita da vittorie in Calabria e nelle varie gare siciliane, comprese quelle della pista di Pergusa, 1000 km. GP di Proserpina, sempre sulla versatile Abarth/Zagato. Nel 1961 la Giulietta SZ, vestita da Zagato, offre ancora brillanti prestazioni con le quali Enzo Arena, in coppia con Vito Coco, consegue un significativo 1° posto di classe alla Targa Florio che lo inserisce al 7° posto della classifica assoluta, nella miriade di prototipi importanti, volti alla ricerca di punti per il campionato mondiale marche. E un avvenimento veramente raro trovare fra le prime 10 vetture della classifica assoluta una "gran turismo" di appena 1300 cc. Nel 1962, il 6 maggio, la stessa coppia sulla stessa vettura, giunge al 2° posto, quando erano già in pista le evoluzioni della TZ/1. Ma è l'anno dell'ingaggio ufficiale in casa Abarth dove Arena sarà impegnato prima come collaudatore e poi come pilota su tutte le piste d'Europa con le vibranti 1000 cc., con le Fiat 2300 S, con le Sima 1300. Nel 1963, sempre in maggio, scende in pista alla Targa Florio con la Simca Abarth 1300 ufficiale in coppia con Ada Pace; dopo pochi giri la nuova vettura subisce la rottura di un semiasse ed il sogno della coppia svanisce sui tornanti di Caltavuturo. Ma le rivincite vengono presto sulla Fiat Abarth 1000 ufficiale, il 23 giugno al circuito di Hockenheim con un 1 ° posto, ripetuto subito dopo ali'Avus di Berlino ed ancora in Austria a Rossfeld. Enzo Arena è ormai lanciatissimo, ha raggiunto molte mete che il suo carattere estroso e gioviale avevano solo sognato, come accade ai giovani appassionati di corse automobilistiche, di cuore semplice e di mente limpida. In Italia ed in Europa si è confrontato con i nomi più importanti uscendo a testa alta, si è maturato affrontando con disinvoltura i sacrifici imposti dall'attività sportiva, non si è abbandonato al divismo vuoto che spesso distrugge il futuro dei talenti. Questa sua carriera non è il risultato di una costruzione razionale, pensata con fredda determinazione, ma è il compendio delle azioni di un vero artista, di un disegnatore di curve guidato da motivazioni di stile, di eleganza, di raffinata armonia dei movimenti, di amore per la potenza dei motori da corsa. Arena è uno stradista che si muove bene anche sulle piste dei grandi circuiti, senza calcoli e strategie; è padrone della sua spontaneità governata con equilibrio; è un alfiere che spinge sempre fino in fondo perché la vittoria è affascinante per tutti. Gaetano Pantano. |
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