AQUILA ITALIANA

Nel 1906 il marchese Giulio Pallavicino, appassionato di automobili e rappresentante per l'ltalia dell'inglese Brown Cars, e il giovane ingegnere Giulio Cesare Cappa decisero di trasformare la piccola officina, aperta l'anno precedente a Torino, in un'autentica Casa costruttrice. Fu così costituita la Società Anonima Aquila Italiana. L'aggettivo 'Italiana' fu aggiunto per accontentare la Casa tedesca Adler (il cui nome significa proprio aquila) che non voleva sorgessero confusioni tra le due Marche sui mercati internazionali. La società aveva progettato solo qualche vettura (con motori a 4 e 6 cilindri e distribuzione a valvole contrapposte), quando si profilarono le prime difficoltà economiche, aggravate dall'improvvisa scomparsa del marchese Pallavicino. La Banca MARSAGLIA rilevò la Società modificandone la ragione sociale in Aquila Italiana di L. MARSAGLIA. Fu una svolta decisiva per l'azienda che in breve ebbe una produzione regolare. Le rinnovate Aquila ebbero subito un buon successo e furono ricercate soprattutto dalla clientela più esigente che apprezzava le non comuni dati di rendimento del motore e tutto quell'insieme di classe e di prestazioni che facevano dell'Aquila una vettura per intenditori, brillante, ben finita anche nei particolari. Al suo successo e alla sua popolarità giovarono molto le competizioni sportive (Targa Florio, Parma-Poggio di Bereceto, corse in salita, Giro di Francia) in cui la Casa torinese seppe mettersi in luce, tra il 1910 e il 1914, con i piloti Meo Costantini, Eugenio Beria d'Argentine e Giovanni MARSAGLIA. L'ascesa dell'Aquila Italiana venne bruscamente interrotta dallo scoppio della I Guerra Mondiale. In un primo tempo la fabbrica si dedicò a forniture militari per poi scomparire nel 1917 assorbita dalla SPA.

8^ TARGA FLORIO - 2^ GIRO DI SICILIA
11/12 maggio 1913
Ottimo secondo posto assoluto per l'AQUILA ITALIANA di "GIGI" MARSAGLIA
 

9^ TARGA FLORIO
L'AQUILA ITALIANA
di GIOVANNI MARSAGLIA