"APACHE" ALFONSO MERENDINO

Alfonso Merendino, noto con lo pseudonimo Apache (29 aprile 1942 – 24 febbraio 1998), è stato un pilota automobilistico italiano.
Ha partecipato a più di duecento corse automobilistiche, tra cui la Targa Florio. Nella versione Velocità ha partecipato alla Targa Florio ben undici volte, vincendone l'ultima nel 1977 a bordo di una Chevron B37 in coppia con Raffaele Restivo.Dopo quell'edizione la gara madonita cessò di esistere come gara di durata e continuò sotto forma di rally (a cui partecipò diverse volte) e gara per auto storiche (Alfonso Merendino la vinse 2 volte, prima in coppia con G. SCHON su Lotus B23 e poi in coppia con il figlio Michele su Jaguar E Type).Nella vita è stato un imprenditore nel settore dell'auto, è morto all'età di 56 anni stroncato da un male incurabile.


ALFONSO MERENDINO "APACHE"

49^ TARGA FLORIO
9 maggio 1965
[12] Alfonso Merendino / «Joselito» [=Emanuele Trapani] ALFA ROMEO Giulietta SZ/1,3
 

1970 54^ TARGA FLORIO in coppia con RESTIVO.

1974 58^ TARGA FLORIO sempre con RESTIVO, secondi assoluti.
 

1975 59^ TARGA FLORIO in coppia con RESTIVO terzi assoluti.
 

1977 61^ TARGA FLORIO la CHEVRON B36 BMW2,0 (#12) di RAFFAELE RESTIVO e "APACHE" ALFONSO MERENDINO primi assoluti dell'ultima Targa Florio di velocità.
 

Insieme con il figlio MICHELE VINCITORI DELLA TARGA FLORIO AUTOSTORICHE 1990.

Morto a 55 anni Alfonso Merendino, asso del volante col nome di Apache
Stroncato in breve tempo da una grave malattia, è morto l'altra notte, all'età di 55 anni, Alfonso Merendino, concessionario di auto, molto noto per la sua carriera di pilota automobilistico. Con lo pseudonimo di «Apache», fu a lungo alla ribalta delle cronache sportive, giungendo a vincere la Targa Florio nel 1977.
Negli anni '60, celare la propria identità dietro uno pseudonimo, per i piloti siciliani, più che un vezzo era una necessità. Lo sport automobilistico, ieri ancora più pericoloso di oggi, non era visto di buon occhio, e i più lo praticavano all'insaputa dei genitori. Un segreto che, però, durava poco, soprattutto per i più bravi, le cui gesta davano subito grande notorietà. Ma con l'etichetta di «campione» era meno difficile far accettare la realtà.
Alfonso Merendino aveva appena vent'anni, era il 1962, quando scelse di far proprio il nome della tribù indiana degli Apache («veri guerrieri ma attenti a calcolare i rischi», spiegava) per siglare le sue imprese al volante. Cominciate nella cronoscalata Avola-Avola Antica, con una Fiat «600» di gruppo 2, e proseguite per quasi trent'anni in oltre 250 corse con risultati di grande prestigio.
Un palmarès di tutto rispetto (su strade e con piloti che hanno fatto la storia dell'automobilismo sportivo) nel quale spiccano le 24 partecipazioni alla Targa Florio (di velocità e rally), culminate nei suoi successi più belli: nel 1977, in coppia con Raffaele Restivo, si aggiudicò l'ultima edizione (la sessantaduesima) di velocità; nel 1986, insieme con Giorgio Schon, si impose nella rievocazione storica per gli «Ottanttanni della Targa».
L'ultima soddisfazione, forse la gioia più grande, ancora alla Targa Florio AUTOSTORICHE del 1990 (su Jaguar) quando al suo fianco c'era il figlio maggiore, Michele. Un'impresa sportiva che, purtroppo, non gli riuscì di ripetere l'anno dopo, con al fianco l'altro figlio Francesco, quando dovette contentarsi della piazza d'onore (su Porsche).
Brillante è stata anche l'attività imprenditoriale di Alfonso Merendino. Le case automobilistiche di cui è stato concessionario hanno potuto contare, oltre che sulla sua competenza, anche sull'innata classe che gli consentiva di suggerire ai clienti modelli e versioni che in breve tempo facevano moda. Dalle sofisticate Jaguar, Saab e Range Rover alla piccola Mini, almeno un paio di generazioni di palermitani hanno acquistato le auto consigliate da «Apache».
Dario Pennica (GdS del 25 febbraio 1998).